L'indignazione del Comitato Trentino per le parole di Feltri
Le dichiarazioni rilasciate ieri dal direttore editoriale de Il Giornale Vittorio Feltri («I ciclisti? Mi piacciono solo quando vengono investiti») hanno generato una profonda indignazione nel mondo del ciclismo e di chiunque, ogni giorno, utilizzi la bicicletta per dare sfogo alla propria passione sportiva, piuttosto che come mezzo di trasporto.
A tal proposito, non può mancare una presa di posizione dell’intero Comitato Trentino della Federciclismo presieduto da Giovannina Collanega, affiancata dai vice presidenti Antonio Benvenuti e Roberto Corradini e dai consiglieri Paolo Castelli e Walter Zanardi.
«Con grande sconcerto abbiamo letto le dichiarazioni di Vittorio Feltri sui ciclisti, che consideriamo non solo ingiustificate ma anche profondamente offensive - commentano i membri del Comitato Trentino della Fci -. Come Comitato, sentiamo il dovere di intervenire per chiarire l'importanza della sicurezza dei ciclisti e rispondere all’irresponsabilità di simili affermazioni. La sicurezza dei ciclisti è una questione di vitale importanza, come dimostrato dal nostro impegno nell'elaborazione della Proposta di Legge Nazionale per la Sicurezza dei Ciclisti (Protocollo: 0123/2024), promossa dal nostro vice presidente Antonio Benvenuti in seguito alla tragica morte del giovane atleta Matteo Lorenzi. La proposta introduce misure fondamentali per migliorare la sicurezza sulle strade, tra cui l’obbligo dell’impianto di illuminazione su tutte le biciclette e l’obbligo del casco per tutti i ciclisti, a prescindere dall'età. Riteniamo inaccettabile che, in un contesto in cui il numero di ciclisti vittime di incidenti stradali è in aumento, si possa ironizzare su un tema così delicato. Urge il bisogno di un dibattito più rispettoso e costruttivo».
Giovannina Collanega, presidente del Comitato Trentino della Federciclismo, ha voluto aggiungere una riflessione particolarmente sentita. «Le parole sono potenti, Direttore, e possono influenzare profondamente la percezione pubblica di questioni vitali come la sicurezza stradale – commenta Collanega rivolgendosi direttamente a Vittorio Feltri -. I ciclisti non sono semplici ostacoli sulla carreggiata; sono persone, vite umane che scelgono un mezzo di trasporto sostenibile e rispettoso dell’ambiente, spesso per necessità o per passione. Dietro ogni bicicletta c’è una storia, un progetto di vita che può essere spezzato in un istante. Come società, non possiamo permetterci di sminuire la gravità di questo problema. Abbiamo il dovere morale di promuovere il rispetto e la protezione per tutti gli utenti della strada, indipendentemente dal mezzo che utilizzano».
In un recente incontro tenutosi presso la sede del Comitato Trentino della Federazione Ciclistica Italiana – alla presenza di figure istituzionali di rilievo, come l'Onorevole Vanessa Cattoi e la Presidente del Coni Paola Mora - è stata ribadita l'importanza della sicurezza dei ciclisti. Sono stati presentati progetti come la proposta di legge e il progetto Bike Hospitality, volti a creare un ambiente più sicuro e accogliente per chi sceglie di utilizzare la bicicletta.
«Le dichiarazioni, dunque, non solo offendono la memoria di chi ha perso la vita in incidenti stradali, ma rischiano di promuovere una cultura di disprezzo e superficialità rispetto a un problema reale – conclude Collanega -. Invitiamo Feltri a riflettere sulla responsabilità che una figura pubblica del suo calibro ha nel trattare temi così sensibili. Confidiamo che possa rivedere le sue parole e unirsi al nostro impegno per promuovere una maggiore sicurezza sulle strade, dove il rispetto reciproco e la tutela della vita umana devono essere la priorità assoluta».